03.07.2009-Un incidente con almeno una vittima ogni due milioni di voli. Quattro vittime per milione di ore di volo, mentre il 24% dei passeggeri sopravvive in media agli incidenti aerei.Le drammatiche notizie dell’ultimo incidente di Yemenia Airlines, che segue praticamente di un mese lo schianto nella tempesta del volo 447 di Air France, fanno pensare a un’impennata anomala degli incidenti aerei e al rischio sempre più concreto per chi deve volare. Non è vero. Invece, la media rimane quella degli ultimi cinque anni, cioè la più bassa di sempre, e comunque non superiore agli ultimi decenni. L’aeroplano resta infatti il mezzo di gran lunga più sicuro con il quale spostarsi. O addirittura stare fermi: è più probabile avere un incidente domestico grave o mortale in casa che non perdere la vita in volo su un aereo di linea.
Eppure, l’aeroplano è da sempre il mezzo di trasporto che evoca le peggiori ansie e paure. Alitalia ha da due decenni avviato ad esempio corsi per vincere la paura del volo, mentre a bordo di un qualsiasi velivolo i volti tesi di molti passeggeri magari alla loro prima esperienza di volo raccontano durante ogni decollo, atterraggio o turbolenza quanto sia ancora diffusa l’ansia nei confronti dello strumento che permette all’uomo di librarsi in aria. Gli psicoterapeuti reputano la paura del volo come uno degli elementi ansiogeni più forti nella vita di un soggetto.
Eppure, non solo il volo aereo di linea è l’attività forse più regolamentata e protetta fra quelle in cui può capitare di essere coinvolti, ma è anche la più sicura. Nonostante i rischi di eventi naturali imprevedibili (praticamente inesistenti), di cedimenti meccanici, di errori umani o anche di terrorismo, il volo infatti rimane sostanzialmente sicuro.
Nella statistica della pericolosità dei viaggi, in cui viene utilizzato il parametro delle “morti per miliardo di chilometri percorsi”, secondo Detr Research a detenere la corona del mezzo di trasporto più pericoloso è la motocicletta con 108,9 decessi, seguita dai pedoni (cioè chi si sposta a piedi) con 54,2 morti, poi la bicicletta (44,6), l’auto (3,1), il trasporto su acqua (2,6), su camion (1,2), su treno (0,6), su autobus urbano (0,4) e infine con l’aereo (0,05).
Tra le cause di morte, inoltre, gli spostamenti non sono né per singola voce e neanche aggregati una causa elevata di mortalità. Piuttosto, tumori, infarti e ischemie sono le tre principali cause di morte, generalmente ricollegabili a stili di vita (alimentazione, fumo, esercizio fisico) più che non al bisogno di spostarsi.
Il record di sicurezza assoluta, cioè la mancanza di qualsiasi incidente mortale, è per ben 99 compagnie aree nel mondo attualmente in esercizio. Un record del quale ovviamente nessuna si farà mai carico pubblicamente, sia per ovvi motivi di scaramanzia che per un tacito accordo nel settore del trasporto aeronautico civile che vuole che nessuna compagnia aerea pubblicizzi mai le proprie statistiche di sicurezza.
Nel 2008 il numero complessivo di morti per incidenti aerei è stato di 876 vittime in 147 differenti incidenti. Il peggior anno per l’aviazione civile è stato il 1972 con 3.214 vittime e il più sicuro è stato il 2007, con 766 vittime. La metà degli incidenti aerei è stata causata da un errore determinante dei piloti, sia esso basato su un errore meccanico che su un giudizio erroneo per esempio in una situazione critica.
Soprattutto, come sosteneva anche Alexander Graham Bell, ci sono due punti relativamente critici di un volo: il suo inizio e il suo termine. La maggior parte degli incidenti avviene infatti durante la fase di decollo e di salita, (30%) oppure di discesa e atterraggio (61%). Il restante 9% è durante il volo in quota e i cambi di rotta (Fonte: Statistical Summary of Commercial Jet Airplane Accidents, Boeing). Ma è da notare che queste ultime fasi ricoprono circa il 60% del volo di un aereo, quindi la relativa sicurezza è ulteriormente rafforzata dal fatto che è protratta più a lungo rispetto al rapporto tra livello di rischio e tempo complessivo di volo.
Infine, la statistica analizza quante sono le possibilità per un passeggero di un volo di linea, a prescindere dalla sua durata, di incappare in un incidente aereo con almeno un morto (che non sia il passeggero stesso): 1 ogni 8,47 milioni di voli, cioè quanti ne bastano per novemila vite da pilota. Invece, il rischio di essere la vittima dell’incidente è di 1 su 13,57 milioni di voli.
Volare è ancora, nonostante tutto, il mezzo di trasporto più sicuro che l’uomo possa utilizzare.
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